lunedì 16 marzo 2015

ho chiuso con Ellroy ma lo scrivo maiuscolo lo stesso in memoria dei bei momenti che mi ha donato in passato....


In un paginone centrale del mio quotidiano preferito, tempo fa avevo letto che spesso è meglio non conoscere gli scrittori amati per non rovinare l'aura speciale che ogni lettore attribuisce loro.
E' sotto gli occhi di tutti l'esempio Gramellini che, nella prima pagina della Stampa è sempre accattivante, ironico e quasi feroce, mentre se lo vedi da Fazio è un petulante buonista e noioso.
Me lo aveva pure detto un amico che lavora per lo stesso giornale, a me incuriosiva Gram, gli chiesi com'era di persona e lui mi disse che era niente di speciale e ne sarei rimasta delusa. Così fu.
...ma l'altra sera proprio non ho resistito:
 Dopo un pomeriggio a far le cazzone in giro con la Simo, siamo finite al Rat per un piccolo bicchiere.
Per qualche fortunata congiunzione astrale arrivano alla spicciolata anche diversi amici prelibati e si crea una bella situazione allegra e spontanea ed i piccoli bicchieri da uno diventano alcuni (io ne ricordo tre. ...forse quattro....).
Dopo un po' però gli amici iniziano col dire che dovevano andare.
"Dove"?
"Al Circolo dei Lettori, stasera c'è Ellroy"...
"Cazzo, è vero, l'ho letto su Repubblica, vengo anch'io, è il mio scrittore preferito!"
"No Lella, è impossibile, bisognava prenotare"...
"Ma figurati, sono il Capo dell'Isolato"!
"No, no, davvero, è a numero chiuso e sold out dalle tre!"
Ma pensa te, sarà già che mi arrendo...
Infatti, tutti partono ed io e la Simo per dimenticare l'abbandono ci facciamo un altro piccolo bicchiere che diventa orgoglio e benzina allo stesso tempo ed in pochissimo siamo davanti al Circolo dei Lettori. La fortunata congiunzione continua perchè erano già le undici, alcuni numeri chiusi prenotati escono e noi viscide scivoliamo al posto loro superando i vari quadri (leggi porte e portoni), fino a giungere lì dove secondo me mi attendeva Ellroy (certo, prima mi hanno fatto posare il bicchiere di vino).


Se la noia avesse un odore, sarebbe quello che mi ha investito quando ho aperto la porta del salone principale: la platea era composta da gente di una certa età che, ne sono certa, in vita loro non avranno mai detto neanche accipicchia, altrochè gli improperi poetici del mio Ellroy che era sul palchetto seduto al centro e muoveva la testa come solo Ray Charles sapeva fare, tanto che mi sono preoccupata ed ho chiesto a Culicchia che era lì di fianco se gli era venuto un ictus nel frattempo. Lui mi risponde che no, è solo ubriachissimo. 

Bene, uno pari mi dico, mentre convengo che noi praticamente giovani siamo tutti al fondo della sala.
Avrà detto tre parole in tutto  delegando ogni verbo ad un romano al suo fianco (sai che bello essere tradotto da un romano)...
Dopo un po' comincia il carosello di quelli che vanno a farsi firmare il libro che io non ho comprato perchè dopo sei pezzi da mille non mi fido più tanto ma lo stesso lo voglio avvicinare, vado a cercare un pezzo di carta da farmi firmare e trovo l'opuscolo della serata col suo faccione in copertina.
Ovviamente salto la fila (in vino prepotens), lui mi guarda indispettito perchè non ho il libro, mi firma l'opuscolo, guardo e vedo che era uno scarabocchio e allora reagisco d'impulso ributtandoglielo quasi in faccia mentre gli dico:"Avido"!
Io sapevo che era un po' stronzo, lo amavo anche per questo ma l'avidità non la perdono, anche se il libro si intitola Perfidia ed ha la copertina rosso fuoco, di leggere di intrighi della seconda guerra mondiale anche se scritti egregiamente da lui (di questo ne sono certa), non mi interessa, il mio Ellroy è noir, il mio Ellroy è quello che mal si sopportava ne 'I miei luoghi Oscuri'.
E così è finita la mia storia con Ellroy ma, come qualsiasi donna lasciata dal suo uomo, nel mio piccolo mi vendico e vi faccio vedere com'era mal vestito
.

Non è l'Hawaiana più brutta che abbiate visto?