domenica 23 febbraio 2014

Una madre

Nonostante vi abbia raccontato molto della mia vita, ci sono cose che ancora non sapete, non perchè me le voglia tenere in serbo ma perche in un certo senso non voglio fare la figa...
Se solo sapeste tutto tutto, potreste pensare: "cazzo, non è possibile, ma è capitato tutto a lei"?
E' per questo che non vi ho ancora raccontato del fidanzato che mi picchiava, quello che in qualche post appare col nome di Livido.
Quello che mi è successo ultimamente però, pare una macchinazione del Destino volta all'unico scopo di darmi materiale per scrivere e sorprendere!
In breve, vengo richiamata dalla zia a svolgere i miei obblighi di figlia; mia madre (che mi ha scomunicato e non vedo dal '96), è stata ricoverata all'ospedale perchè pare si sia rotta un femore. 

Lei, la zia, un po' perchè ottantenne, un po' perchè abita a Brindisi, mi chiede di provare a buttare un occhio, spera in un riavvicinamento, chissà, forse un miracolo è possibile anche se l'oggetto genitoriale in questione dice da anni che sono morta.
Attenzione, non dice per me è morta! dice che sono morta semplice!
Come sapete, a me gli obblighi sono mai piaciuti tantomeno sono vissuta nel mito della famiglia, anzi.... E' però successo che da quella notizia ho passato qualche notte più insonne del solito in preda al dubbio se fosse meglio avere rimorsi o rimpianti; più ci pensavo più questi prendevano corpo tanto da pesarmi sul petto togliendomi l'aria oltre che il sonno, ho così deciso che sarei andata a vedere, come si fa a poker.
Rivederla è stato come trovarmi alla fonte dei miei blocchi, le mie paure, le mie rigidità.
Mi ha fatto venire voglia di tornare Lellazepam che infatti mi sfotteva: "Meno male che te l'hanno indicata, stanza, numero, mancava una freccetta, sennò neanche la riconoscevi!"
...arrivando addirittura a sghignazzare perchè dopo diciott'anni di silenzio ora l'avevo di fronte incapace di parlare, solo consonanti in ordine sparso: "D'altronde, ha borbottato o urlato di continuo da quando sei nata, una pausa ci voleva proprio ed anche se continui a non essere la figlia che voleva, ora non può neanche dirtelo ma ti deve subire ed accettare che sei l'unica che può aiutarla, nonostante tutto, sei l'unica cosa buona che ha fatto!"
Beh, sì, per quanto riguarda questo hai ragione, ma hai poco da sfottere perchè quella che abbiamo visto, cara la mia coinquilina, non è mia madre ma la tua, è la mamma di Lellazepam! 

Io avevo capito subito che quella persona non sarebbe stata sufficente per me ed ho iniziato da bambina a cercarmi altre madri, altri modelli, un altro tipo di famiglia composta da amici e punti di riferimento. Persino Torino mi è stata più madre di lei! Avevo capito che la povertà che la abitava, si espandeva tutto intorno a noi e che forse non era quello l'esempio che dovevo seguire, certo, ho dovuto perdermi (con te), e per uscire dal fango ho dovuto elaborare il suo lutto in anticipo, quindi se stiamo bene a vedere, ora questa casella si può anche saltare.
Però, che delusione, chissà cosa mi aspettavo da una che non faceva che ripetere che le avevo rovinato la vita maledicendo il giorno in cui ero nata; chissà che vita credevo si fosse ricostruita dal giorno in cui s'è liberata di me buttandomi fuori di casa (ma facendomi atterrare in casa Einaudi). 

E invece ora ho qui il suo cellulare: quattro numeri in rubrica, un unica foto leggibile, quella di un gatto, il mio Koman e trenta messaggi non letti.
Tutti di Vodafone!
Chi era la rovina di chi, dunque?
Sei sempre stata così ottusa, incapace di relazioni amicali, sempre chiusa nel tuo egoismo, nella tua visione malvagia del mondo e degli uomini da risultare insopportabile a chiunque ed anche questo si sta rivoltando contro di te, ora non ti sopporta più neanche il tuo corpo e non è un eufemismo se dico che non ti regge più.
Mossa da compassione, vengo all'ospedale, ogni giorno è peggiore del precedente, ti stai letteralmente ritirando ma almeno, finalmente, mi sei d'esempio, ti guardo e penso che per essere validi, bisogna fare esattamente l'opposto di quel che hai sempre fatto tu!



P.S.: Ho anche capito che il mio non accettare il sistema famiglia, non era mero paravento per coprire ciò che non avevo, era sentimento vero! A causa tua ora ho troppa famiglia e davvero non sopporto la cosa! Oltre te che vabbè, non fai neanche testo, ho da tenere informata la zia, il papà, l'altra zia e pure l'unica amica che hai ma perchè le fai pena! Ops, piccolo particolare, anche questa unica amica ce l'hai grazie a me che ti ho riempito la casa di gatti dato che si tratta della nostra veterinaria!
Quasi preferivo quand'ero praticamente orfana!