martedì 28 ottobre 2014

Quella volta che potevo morire - Due

Spesso, quando andavamo in trasferta a colpire*, per tornare prima che i ricettatori sparissero dalla piazza (quelli hanno orari che neanche le banche), io e Debora facevamo autostop da qualsiasi zona della città. Ci appostavamo zona semaforo+fermata del pullman e chi prima arrivava vinceva la presenza di queste due splendide ladre con tanto di refurtiva.
Quella volta eravamo nei pressi del Comunale, ci caricò un ragazzo molto carino che strada facendo ci confessò di avere le nostre stesse debolezze e ci propose un party roba-coca a casa sua in serata.
Quando sei tossico queste sono svolte fortunatissime alle quali è difficile sottrarsi anche perchè era inteso che il materiale l'avrebbe procurato ed offerto lui.
Siccome questo party si sarebbe tenuto ad Alpignano, nonostante fossimo due fogne imperiali, io e Deb eravamo titubanti: "Mal che vada, pacchiamo, dai!"
L'avidità ebbe la meglio sull'istinto e ci presentammo persino puntuali al gancio.
Tragitto d'andata tutto tranquillo, il tipo si conferma carino et brillante, casa libera dai suoi nella media, la cucina, la sua cameretta, il suo amico, che poi era il procuratore, ovviamente basso, bruttino e sovrappeso.
Iniziamo diversi giri di speedball, giro della casa, giro di vodka, focus su cameretta e qui accade la prima cosa strana: tutti e due baccagliavano me e la cosa non era normalissima chè Deb era bionda, occhi azzurri, due tette così ed aveva pure una decina d'anni di meno...
....mmmmmm.
Si fanno sempre più pressanti e allora richiamo all'ordine Deb, le dico: "andiamocene, qui si fa spessa", lei annuisce e allora esterniamo il nostro pensiero a quei due che però alla notizia reagiscono con violenza, roba che ci rincorrevano intorno al tavolo, facevano scudo col corpo contro la porta, urlavano, sbattevano cose....
Miiiii!!!
Non ricordo che tipo di stratagemma usammo ma ad un certo punto riuscimmo a prendere le scale con questo ormai non più carino anzi, svisato, che ci urlava da in cima alla tromba (delle scale): "Brave, brave, andate, andate (...serie di epiteti....). Dove cazzo credete di andare a piedi?!?

In effetti, una volta fuori dal portone ci siamo rese conto che il tipo aveva pure ragione.
Dove cazzo avremmo potuto andare? Di notte, a piedi, non c'erano altre case, non c'era un bar, neanche la strada principale c'era.
Mai visto un buio così buio.
Questo problema ci preoccupò solo alcuni minuti perchè Luca (l'ex carino), ci mise poco a raggiungerci in macchina; era tornato mansueto e tranquillizzante, sminuì quel che era accaduto in casa e ci convinse a salire in auto giurando che ci avrebbe riportato a Torino.
Non avevamo alternative.
Dopo qualche chilometro prese la strada principale (allora c'era!), e pareva tutto normale quando ad un tratto deviò dentro un campo ed iniziò tutta una serie di girotondi, testa-coda....
Lui rideva, Deb pure, a me pareva un incubo che stava durando troppo e non appena rallentò mi buttai fuori dall'auto come fossi di gomma e raggiunsi nuovamente l'asfalto. Mentre non capivo da che cazzo di parte fosse Torino, Oler e la mia amica seduta dietro, continuarono a disegnare otto e forse anche qualche cirlce crops sull'erba continuando a ridere mentre io continuavo a camminare senza rotta.
Poi, non li vidi più.
Il mio cervello benchè accellerato da tutta quella coca, non riusciva a sputare un idea, non sapevo neanche se preoccuparmi per Deb, avevo solo paura, tantissima paura aggravata dal fatto che ero in un terreno ostile, lo sanno tutti che fuori dal cemento non connetto, l'unico desiderio che avevo era veder passare una macchina!
Il mio desiderio si avverò ma la macchina era purtroppo sempre quella.
Debora era passata davanti, si sporse dal finestrino dicendomi che gli aveva fatto il culo al tipo, che non avrebbe più fatto cazzate, di salire, "ti pregooo"!
Dovette insistere ed io dovetti crederci. devo dire che dovetti/e mi fa proprio ridere
Evidentemente io scatenavo qualcosa nella mente di questo ragazzo perchè dopo pochi minuti che ero ri-salita, alè, di nuovo fuori strada, di nuovo mattate con l'auto ma, stavolta qualcosa va storto e l'auto si incaglia in una buca.
rrrrrrrr, vrrrrr, grrrrrr, niente, non si muove, deve per forza scendere.
Appena sceso, come nei film, io e Deb affannate chiudiamo tutte le sicure.
Come nei film, ad un certo punto il tipo riemerge da sotto le ruote, si affaccia e titilla le chiavi sul finestrino.
AHHHGHHHHHHH@GHHHHH!!!
Sale, si siede, dice "avete fatto le furbe eh, ora la pagherete cara!" prende l'accendino ed inizia ad avvicinare la fiamma al mio viso dicendo cose tipo: "adesso ti do fuoco"...
Non ho parole, Debora dietro rideva ancora.
Mentre tenevo alla larga la fiamma mi giravo verso Debora e svisata io, stavolta, le urlavo:
"CHE CAZZO RIDI! VOGLIO SAPERE CHE CAZZO TI RIDI?!?"
Poi, un rumore sordo, proprio nell'orecchio.
Vi è mai arrivato un pugno da piccola distanza?
Spero di no: intanto, non me l'aspettavo e già questo provocava dolore, poi, pensavo ci volesse un po' di rincorsa perchè un pugno venisse bene, invece posso giurare che gli è venuto benissimo lo stesso anche perchè mi ha pure fatto rimbalzare la testa nel finestrino, evocandomi uno special a flipper; avevo male in ogni punto del cranio! 

La situazione era diventata davvero grave ma almeno Debora aveva smesso di ridere!
Mi asciugavo il sangue dal naso mentre lui allargava la prospettiva e mi intimava di spogliarmi.


La paura, il dolore e l'umiliazione (su tutto le risa di Deb), mi fecero scendere ogni le droga che avevo in corpo e il sangue tornò a circolare nel cervello non solo sotto forma di ematoma. Decisi di giocarmi l'unica carta ancora a disposizione, quella psicologica, guardai Luca con pietà e gli diedi quel che lui voleva cioè che si parlasse di lui.
Gli dissi che uno bello come lui avrebbe potuto avere tutte le ragazze che voleva ma probabilmente era solo perchè sembra folle, "forse non hai avuto amore dai tuoi genitori, non so, ma l'amore non si ottiene con la violenza, devi assolutamente fare qualcosa sennò rimarrai solo tutta la vita, parlane con qualcuno, smetti di drogarti (che pulpito!), non riesci neanche a vedere la dolcezza che hai dentro e bla, bla, bla"...

Sta a vedere che ho toccato le corde giuste,  incredibilmente Luca si accascia sulle mie gambe ed inizia a piangere.
Davvero da film! Ora da me voleva solo che gli accarezzassi i capelli!
Io glieli accarezzavo ma cercavo pure lo sguardo di Debora Recuperata dal retrospecchietto per trovare una soluzione, una via di fuga.
Il campo era limitato dalla rete metallica della tangenziale o chi per essa e per arrivare alla rete bisognava arrampicarsi.
Veramente bisognava trovare anche un varco... Io e Deb facevamo lo scanner della rete dall'abitacolo dell'auto mentre cercavamo di recuperare le forze perchè una volta presa la decisione di fuggire,  sapevamo che avremmo dovuto essere fulminee.
Il caso volle che si fermasse un ambulanza chiedendo dall'alto oltre la rete se avevamo bisogno di aiuto, Luca si diresse subito da loro dicendo (da basso) che era tutto a posto, questi lo conoscevano pure, per ciò si erano fermati e se ne stavano andando quando io mi intromisi nel discorso e dissi che però bisognava assolutamente chiamare l'ACI e lo dicevo mentre montavo la salita, così come fece pure Debora; loro parlavano e noi cercavamo il varco che
C'ERA!!!!!

Lo passammo ed iniziammo a correre, correre e correre lasciando lì Luca, l'ambulanza e sperando passasse qualsiasi altro veicolo che
PASSO'!!!
Un camion!
Il camion più bello del mondo!



*colpire è lo slang di rubare

martedì 21 ottobre 2014

grrrrrrrrr

Dopo la morte di mamma, quella ancora bruciante di Gulden, la mancata accensione del riscaldamento, una capsula caduta, lo svaligiamento completo più conseguente occupazione di casa della deceduta madre e, scusate se evito di menzionare altre (al confronto) piccole sfighe, mi si è rivoltato anche Mr.Tim che inspiegabilmente mi ha tolto la connessione!
GRRRRRRRRRRR!!!
Urano ti da una mano...
... a scavare!
Fortunatamente le amichette Seba e Benedetta per togliermi dal pantano mi hanno offerto una vacanza in Smeraldia e devo dire che è stata cruciale per togliermi un po' di fango di dosso e superare qualche limite, così ora sono tornata.
....e sono tornata grrrrrintosissima!